lunedì 18 agosto 2014

Giappone 2013: Miyajima (dodicesimo giorno)


Martedì 9 aprile: Miyajima

Quella mattina per colazione abbiamo dovuto provare per la prima volta la colazione alla giapponese: in genere abbiamo trovato un bar onde mantenere le nostre abitudini, ma quella mattina tutto era diverso. In quell'albergo infatti la mensa non aveva ancora preparato nulla riguardo ad una colazione "all’italiana". Pertanto considerai quella circostanza un modo per provare una colazione giapponese. I giapponesi fanno colazione come fosse pranzo, in maniera abbondante e corposa. Pertanto mettere sul piatto del pesce o una zuppa, proprio come fossimo a pranzo o a cena era davvero eccessivo per me! Il tentativo è stato tremendo, lo ammetto. La cucina giapponese è sempre buona, ma di mattina il solo odore di pesce arrostito è una violenza culinaria enorme...

La nostra colazione

La TV giapponese
Nel corso della colazione abbiamo seguito la diretta televisiva dove si parlava con molto risalto delle minacce di guerra mosse dalla Corea del Nord contro gli Usa e il Giappone. L'argomento era tra le prime pagine dei quotidiani già da alcuni giorni, la crisi di per sé nell'aria s’era acuita proprio in quelle settimane a causa delle dichiarazioni bellicose e dell'evacuazione di alcune fabbriche al confine con le Coree: insomma la tensione era alta. Tanto è vero che sui siti italiani si riportava la notizia che a Tokyo erano stati posizionati dei missili Patriot a difesa degli edifici governativi. La diretta televisiva alla TV giapponese nello spiegare la situazione mostrava un imponente dispiegamento di navi attorno all’intero Giappone che francamente rincuorava più che preoccupare. Sapevo che le minacce coreane non sarebbero andate oltre i proclami ed erano più che altro una scusa per ottenere elargizioni economiche agli USA. Ma essere dentro a quella situazione faceva mantenere comunque una certa dose di tensione. In quei momenti riflettevo a come la nuova area di tensione del mondo fosse l’Asia, con i mille attriti tra potenze regionali: Russia, Cina, Giappone, Corea del Nord, Pakistan ecc. In Europa eravamo apparentemente più sicuri, i rapporti tra le nazioni meno tesi, salvo le note problematiche di tipo economico. Nel frattempo dall'altro capo del mondo, amici e parenti chiedevano maggiori informazioni; in alcuni casi con toni preoccupati, in altri con un certo sarcasmo.
Devo aprire una piccola parentesi riguardo alla TV giapponese. Per quel poco che ho avuto modo di vedere i programmi sembrano non essere molto dissimili dai nostri. Qualche fiction in costume con i samurai, oppure delle trasmissioni demenziali come avviene in Italia. Quella mattina, poco prima di scendere a fare colazione ho anche visto un servizio sul "caso Ruby" di Berlusconi che mi ha fatto percepire quanto sia piccolo il mondo e le questioni di casa nostra...
Foto del servizio televisivo alla TV giapponese
Il santuario di Itsukushima e il torii visti dal mare
Miyajima
Per andare all'isola di Miyajima abbiamo preso il treno che ci ha condotti in una località di fronte all'isola dove poi abbiamo preso il traghetto. Quest’isola si trova nell’ampia baia di Hiroshima, non molto lontano dalla città principale. Il traghetto che si avvicinava a questa località parecchio affollata di turisti mostrava a prua uno dei monumenti più famosi del Giappone: il torii sul mare, non a caso patrimonio UNESCO.
Sull'isola regnava una certa tranquillità, i ritmi rilassati e la folta vegetazione rendevano quel luogo piacevole. Dopo una breve passeggiata sul lungomare si giunge al santuario scintoista di Itsukushima, da dove è possibile ammirare il torii. Per quella visita ci eravamo distaccati dal gruppo, inoltre aspettavo notizie da una ragazza sudcoreana del Couchsurfing...



La bellezza di questa località risiede nella tipicità del paesaggio e nella presenza di molti templi che pian piano abbiamo visitato risalendo i monti all’interno del vasto parco naturale. Molti di essi si trovavano immersi nella foresta e trasmettevano quella atmosfera di mistica serenità che tanto affascina. In particolare era bello guardare le caratteristiche costruttive degli edifici, o soffermarsi davanti le espressioni buffe delle statue ex voto, i giardini e le migliaia di sensazioni che quei luoghi trasmettevano. Ma c'era una cosa che più di tutte mi faceva pensare. Quell'isola aveva certamente subìto l'eco della bomba atomica. Chissà se anche lì la vegetazione e i monumenti avevano subito danni. Anche se certamente non vi era alcuna traccia dell'evento, così come nulla si nota a Hiroshima, supponevo ciò che videro gli abitanti dell’isola quel giorno guardando oltre il mare in direzione del fungo atomico improvvisamente esploso sulla città. 
Ma mentre riflettevo su ciò, venivo distratto dal continuo passaggio di aerei ed elicotteri che non presagivano nulla di buono. Controllando le news infatti le notizie non accennavano a mutare e certamente il passaggio degli aerei era indice di controlli continui sullo spazio aereo attorno al Giappone...


Nel pomeriggio siamo tornati sul lungo mare dove abbiamo notato gli effetti della bassa marea. Proprio come avviene in Francia sul Mont Saint Michel, le acque si erano totalmente ritirate e il fondale restava umido. Il torii che dapprima, giungendo dal traghetto, ci era apparso sul mare ora era all'asciutto. L’effetto macroscopico di una marea che avevo visto solo nei libri o nelle immagini di geografia astronomica era stupefacente: la gente passeggiava tranquillamente attorno alla struttura laddove alcune ore prima c’erano le acque del mare. A una certa distanza c'era persino un gruppo di giapponesi che scavava nella sabbia, forse alla ricerca di frutti di mare o altro. Così anche noi siamo scesi, facendoci le foto vicino al torii. Faceva una certa impressione vedere inciso sul legno del torii quanto fosse evidente l'escursione del livello del mare provocata dalla gravità. 
In quello stesso momento è comparsa una ragazza che mi sembrava la couchsurfer da incontrare. Dopo uno scambio di messaggi onde accertarmi che fosse lei ci siamo salutati. Si chiamava Sandra (strano nome per una sud Coreana. Mi aspettavo qualcosa di più esotico.) ed era in vacanza da sola. Anche lei faceva base ad Hiroshima. Curiosamente è rimasta con noi solo una mezz'ora poi ci ha riferito che sarebbe dovuta andare ma che ci saremmo sentiti per la sera onde incontrarci con altri ragazzi. Sul gruppo Couchsurfing di Hiroshima qualcuno aveva organizzato un meeting serale, l'intenzione infatti era quella di rivederci a quel meeting.
Il torii con la bassa marea
Giapponesi a caccia di frutti di mare
Dopo quel breve incontro abbiamo considerato la giornata conclusa. Abbiamo preso il traghetto, poi il treno e il tram onde tornare all'albergo. Ma i tempi erano davvero stretti per giungere puntuali all'appuntamento del Couchsurfing alle 20;30 di fronte al museo della bomba atomica. Sandra era arrivata prima, aveva incontrato il gruppo, come ci aveva indicato tramite messaggi, ma a un certo punto non ha più risposto. Nulla. Dovevamo riunirci, così siamo andati, anche se in ritardo, al luogo dell’appuntamento nella speranza che venisse qualcun altro, ma alla fine abbiamo deciso di uscire da soli. Siamo così tornati per le vie del centro, curiosamente affollate pur essendo un giorno di settimana e abbiamo scelto un ristorante ottimo, dove finalmente ho mangiato sushi a volontà.
Statue buddiste
Un'abitudine giapponese
C'è una piccola nota da aggiungere sulle abitudini del pasto in Giappone. I giapponesi, contrariamente a come facciamo noi, specie quando mangiano gli udon, gli spaghetti giapponesi, tendono a fare rumore aspirando. Questa cosa per loro è normale, ma per noi occidentali risulta essere particolarmente fastidiosa, un po' come se si rutta mentre si mangia. È difficile adattarsi a queste differenze anche perché, come nel caso del pesce a colazione, il nostro retaggio culturale ci impone un vero e proprio schema mentale difficilmente modificabile.

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