Quando confrontate le condizioni di vita e dei servizi della nostra città, non si può non affermare che essa sia retta da perfetti incapaci. E' fin troppo palese il disinteresse con cui gli amministratori locali hanno trattato e trattano la città. A parte alcuni interventi passati come diverse opere di riqualificazione (certamente frutto di buona volontà e impegno), la quantità dei disservizi e le assurdità che vediamo giornalmente è fin troppo enorme.
Inutile elencare tutte le opere pubbliche abbandonate, le strade non manutenzionate o il degrado di certe zone, li conosciamo. Ciò che diviene problematico è affrontare i problemi così grandi e gravi in modo da ribaltarne l'odierna situazione. Ma per fare ciò ci vorrebbero persone realmente capaci e motivate e una visione d'insieme che appare del tutto utopica.
Quando rifletto sui problemi della nostra città rifletto a come essi inevitabilmente ricadano su ogni azione quotidiana. Sugli alti tassi di disoccupazione, sulle imposte comunali, sull'assenza di mezzi pubblici o su quel senso di fatalismo che ci pervade ogni qual volta speriamo in un mutamento. Ma tutto potrebbe avere dei risvolti imprevisti che vi fosse uno scatto d'orgoglio, una reale volontà popolare di ribellarsi allo status quo delle cose. Quando si leggono gli stipendi da sogno dei dirigenti comunali, rapportati al tenore di vita della maggioranza dei cittadini, ci si sente presi davvero in giro. Ma davvero siamo così stupidi da tollerare alte paghe a persone che non fanno il loro mestiere? Davvero permettiamo che i consiglieri comunali abbiamo uno stipendio a fronte di un'imbarazzante incapacità che fin troppo spesso li qualifica?
Per modificare ciò sarebbe utile prendere coscienza dell'enorme presa in giro che subiamo, dovremmo conoscere meglio i fatti, ma soprattutto i misfatti perpetrati a nostro danno: vi dice nulla il villaggio alla Pillirina? O le costruzioni a ridosso delle mura Dionigiane? Chi amministra la città fa i nostri interessi o quelli di pochi privati? Se queste domande davvero circolassero tra le persone, comincerebbero ad apparire in città striscioni di lamentela, rivendicazioni legittime e sit in di protesta. Invece ci si riunisce per passeggiare o si leggono solo gli striscioni che invitano ad andare allo stadio...
Nascerebbe così un movimento spontaneo, come quello americano che farebbe riflettere un po' tutti su come siamo giunti a questo proprio a causa del nostro menefreghismo. In internet ci si organizzerebbe in un numero sempre crescente di attivisti che toglierebbero il sonno dei tranquilli amministratori e del sindaco in primis. Spunterebbero crescenti azioni di protesta, nelle piazze e nelle vie finendo col definirsi un movimento di cittadini che invaderebbe pacificamente il Vermexio: Occupy Vermexio si chiamerebbe. E gli slogan americani rimbalzerebbero anche a piazza Duomo: "noi siamo il 99% loro l'1", oppure "ridateci la nostra città"...
Una protesta più seria di quella dei Forconi, più sentita e magari composta da persone consapevoli: studenti, cittadini e pensionati stanchi di pagare loro il disinteresse e l'inefficienza di altri. E forse solo dopo aver bloccato gli edifici pubblici, aver protestato contro i singoli provvedimenti e le tasse della vergogna, magari qualcosa potrebbe mutare. Improvvisamente i dirigenti strapagati del comune farebbero il loro lavoro e si occuperebbero di risolvere certi problemi, pressati come sarebbero da un'opinione pubblica che li lincierebbe in caso contrario: si avvierebbe la raccolta differenziata, pagheremmo meno TARSU, ci sarebbero meno ingorghi e via discorrendo...
Ma in fondo il nostro individualismo è la loro fortuna, la nostra disunità, l'apatia e la rassegnazione sono i mezzi con cui questi signori proseguiranno a lungo indisturbati la loro squallida esistenza. E noi dal canto nostro continueremo a lamentarci senza che nulla concretamente cambi.
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