giovedì 8 settembre 2011

Le civiltà mesopotamiche


I primi segnali di una civiltà ben sviluppata nella regione dell'attuale Iraq, tra i fiumi Tigri ed Eufrate, si hanno intorno al 2700 a.C. con gli insediamenti Sumeri, popolo che trovò il suo sviluppò politico e culturale sino al 2000 a.C. quando cadde sotto il dominio dei Babilonesi. Ma la storia dell'intera regione sarà poi dominata da altri popoli come gli Assiri ed i Caldei che arricchiranno ulteriormente le già vaste conoscenze astronomiche nella regione. La spinta allo studio dell'astronomia non proveniva solo dalla necessità di dotarsi di un buon calendario su cui fare riferimento (un problema importante per tutti i popoli antichi), ma dalla convinzione che i pianeti fossero gli “interpreti” del volere delle divinità sugli uomini; infatti erano gli stessi sovrani a richiedere le previsioni astrologiche agli astronomi di corte. Pur non avendo ancora a disposizione strumenti precisi intuirono il moto apparente dei pianeti basandosi sulla posizione di alcune stelle di riferimento nel cielo. Scoprirono anche i periodi sinodici di Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, inoltre applicando complesse formule matematiche, riuscivano a prevedere le eclissi di sole e di luna ritenuti eventi infausti. Introdussero anche gli almanacchi astronomici per predire la posizione nel cielo dei pianeti e il loro moto. Su altri testi si evincono inoltre due versioni nella previsione del moto del Sole e dei pianeti sviluppata dall'astronomo e matematico babilonese Kidinnu (400 a.C. – 330 a.C. circa); la prima definita “sistema A” che assume un certo valore alla velocità apparente del Sole lungo alcune parti l'eclittica e un valore minore per altre. Nel “sistema B” invece la velocità è considerata più realisticamente con una progressiva variazione nel tempo, da un picco massimo ad un minimo. Questo concetto di variazione della velocità del moto lungo l'eclittica dimostra quanto fosse avanzata a quel tempo l'astronomia, nei secoli successivi infatti il concetto di variazione della velocità orbitale della terra verrà “dimenticata” sino all'introduzione delle Leggi di Keplero nel 1600. Negli antichi testi Goal-Year si parla anche del ripetersi periodico delle posizioni di Sole, Terra e Luna, cioè che ogni 223 lunazioni (18,10 anni) le eclissi si ripetono con uguale frequenza, fenomeno che prende il nome di ciclo di Saros.

Tavoletta con calcoli matematici

Grazie alla loro grande abilità nei calcoli matematici (inventarono persino l'algebra), riuscirono a determinare la durata del mese sinodico della luna con errori di 30 secondi d'arco in 5000 lunazioni: un valore di grande precisione se rapportato agli strumenti dell'epoca. Ma non solo, osservando il diametro apparente della Luna nel corso delle varie orbite scoprirono che la misura variava fra i 29' 30" e i 34' 16", valori sorprendentemente precisi se confrontati a quelli attualmente misurati di 29' 30" e 32' 55".

La loro grande abilità nello studio del cielo li portò ad identificare la fascia dello zodiaco e dell'eclittica, l’eclittica a sua volta venne divisa in 360 parti introducendo l'attuale sistema sessagesimale per il calcolo dei gradi. Furono i primi a dividere il giorno in 24 ore, facendo iniziare il conteggio del giorno dalla sera e ogni mese dopo ogni novilunio, conteggiando il primo giorno dell'anno subito dopo il plenilunio di primavera. Il calendario era diviso in 12 mesi lunari di 29 e 30 giorni, diviso a sua volta in settimane. Tuttavia per quanto fossero abili nella previsione degli eventi astronomici il loro calendario mostrava vistose imperfezioni, necessitando periodiche correzioni tramite l'aggiunta di mesi epagomeni. La correzione avveniva quando, in base all'osservazione di alcune stelle di riferimento, gli astrologi riscontravano uno scostamento eccessivo rispetto la posizione reale dell'orbita terrestre. Ma dal 499 a.C., quando venne introdotto il ciclo di 19 anni con cui venivano aggiunti 7 mesi intercalari distribuiti nel tempo, il calendario abbandonò il sistema incerto dei mesi epagomeni per uno finalmente programmato.

Molte delle nostre conoscenze riguardo le civiltà mesopotamiche derivano dalle tavolette a caratteri cuneiformi ritrovate in svariati siti archeologici. In particolar modo nella tavola 63 dell'Enuma Anu Enlil vi è una lista di presagi a carattere astrologico, nel Mul.Apin, un antico catalogo del cielo risalente al 1400 a.C., sono contenute le previsioni di levata delle costellazioni e le relative stelle; infine nelle tavolette di Venere di Ammi Saduqa sono riportate le osservazioni del pianeta e il suo grado di visibilità per un periodo di 21 anni.

Cosmologia sumera
Assai interessante risulta essere anche la cosmologia sumerica riguardante l'origine del mondo. Secondo la leggenda esso nacque dal mare primordiale tramite la dea Nammu da cui fu generata anche la Montagna Cosmica che comprendeva An il Cielo e Ki (o Enki) la Terra. Questi due elementi erano dapprima uniti e solo dopo la generazione di Enlil, l'Aria, avvenne la separazione tra cielo e terra. L'universo così creato era immaginato come una sfera divisa in due emisferi, nell'emisfero superiore vi era il cielo e in quello inferiore gli inferi; i due emisferi erano separati da un disco di acqua dolce su cui galleggiava la Terra.

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