martedì 9 luglio 2024

Pont Neuf di Auguste Renoir

 


Un giorno, passeggiando in rue du Pont Neuf, ci imbattemmo in una scena piuttosto divertente. Al primo piano di un piccolo caffè proprio di fronte al Pont Neuf, notammo un uomo affacciato al balconcino con cavalletto e pennelli; stava dipingendo la prospettiva del ponte, ma il suo lavoro sembrava essere distratto da qualcosa. 
«Ah, questa non possiamo perderla. Vieni, ti mostrerò un pittore all’opera!» Presa per mano, Béatrice si lasciò trascinare al primo piano del caffè da dove potemmo ammirare la prospettiva del ponte a cui lavorava l’artista. La curiosità fu tanta così, per evitare l’imbarazzo del cameriere che sopraggiungeva, decidemmo di sederci in uno dei tavolini non troppo lontani dal balcone. Ordinammo una cioccolata e, una volta soli, concentrammo il nostro sguardo sui progressi apportati alla tela. La struttura paesaggistica era quasi del tutto completa, il ponte con i belvedere semicircolari ai bordi erano piuttosto delineati e i lampioni in ferro battuto chiaramente riprodotti. Sullo sfondo i palazzi dell’Ile de la Cité e della rive gauche erano sbozzati da macchie di colore con tonalità scure che richiamavano cromaticamente il blu intenso del cielo. Pochi ancora i passanti riprodotti, alcuni semplicemente abbozzzati e altri nell’indefinitezza della loro forma, mostravano il loro abbigliamento e l’azione che stavano compiendo.
«Che strano…» commentò Béatrice.
«Cosa?»
«Questo modo di dipingere, questa strana tecnica che sembra non voler necessariamente delineare i dettagli del paesaggio. Dubito che da quelle macchie il pittore voglia ricavare delle figure poiché sta dipingendo direttamente col pennello, senza usare la matita, come si fa in genere per delineare le forme.»
«È una nuova pittura, un modo diverso di rappresentare le cose. Si tratta di un artista che interpreta l’arte fuori dagli schemi tradizionali.»
«Tu lo conosci?»
«Sì, anche se non siamo amici. Si chiama Auguste Renoir e l’altro che sul ponte ferma i passanti dovrebbe essere il fratello.»

Davide Mauro, “Il senso della bellezza”. VGS LIBRI

lunedì 8 novembre 2021

Günther Anders


Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna essere violenti. I metodi del genere di Hitler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente degli uomini.
L’ideale sarebbe quello di formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate.
In secondo luogo, si continuerebbe il condizionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale. Un individuo ignorante ha solo un orizzonte di pensiero limitato e più il suo pensiero è limitato a preoccupazioni mediocri, meno può rivoltarsi.
Bisogna fare in modo che l’accesso al sapere diventi sempre più difficile e elitario. Il divario tra il popolo e la scienza, che l’informazione destinata al grande pubblico sia anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo.
Niente filosofia. Anche in questo caso bisogna usare la persuasione e non la violenza diretta: si diffonderanno massicciamente, attraverso la televisione, divertimenti che adulano sempre l’emotività o l’istintivo. Affronteremo gli spiriti con ciò che è futile e giocoso. È buono, in chiacchiere e musica incessante, impedire allo spirito di pensare.
Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani. Come tranquillante sociale, non c’è niente di meglio.
In generale si farà in modo di bandire la serietà dell’esistenza, di ridicolizzare tutto ciò che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della leggerezza; in modo che l’euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana. E il modello della libertà.
Il condizionamento produrrà così da sé tale integrazione, l’unica paura, che dovrà essere mantenuta, sarà quella di essere esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie alla felicità.
L’uomo di massa, così prodotto, deve essere trattato come quello che è: un vitello, e deve essere monitorato come deve essere un gregge. Tutto ciò che permette di far addormentare la sua lucidità è un bene sociale, tutto ciò che metterebbe a repentaglio il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato, combattuto.
Ogni dottrina che mette in discussione il sistema deve prima essere designata come sovversiva e terrorista e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali.


domenica 29 agosto 2021

Alda Merini


Abbiamo fame di tenerezza,
in un mondo dove tutto abbonda
siamo poveri di questo sentimento
che è come una carezza
per il nostro cuore
abbiamo bisogno di questi piccoli gesti
che ci fanno stare bene,
la tenerezza
è un amore disinteressato e generoso,
che non chiede nient’altro
che essere compreso e apprezzato.

Alda Merini