mercoledì 14 dicembre 2016

Iran 2016: Meybod - Yazd (quarto giorno)

Una torre del vento a Yazd

Mercoledì 27 aprile

Subito dopo la partenza da Isfahan mi sono riproposto di tornare un giorno in quella città. C’era qualcosa che mi ha particolarmente colpito, non solo il verde e l’atmosfera gioiosa, ma anche la bellezza del lungo fiume, che per quanto fugace, mi ha lasciato un profondo ricordo positivo.
La strada verso sud taglia un vasto deserto piatto, dove sullo sfondo si vedono delle montagne. Il caldo, attenuato dall’aria condizionata del bus suggeriva quale fatica si possa vivere nel periodo estivo, dato che le temperature raggiungono in alcuni punti del paese persino i 50°C. Le poche piante isolate che di tanto in tanto spuntano dal terreno e i per chi alberi che crescono perlopiù in corrispondenza di proprietà private, dimostrano chiaramente che la violenza del deserto può essere sconfitta. In ciò l’Iran dimostra che in alcune città il verde è un elemento distintivo, forse perché rispecchia l’idea islamica di giardino dell’Eden in cui ritrovare l’equilibrio con Allah. 
Una cosa a cui non si pensa è che l’altopiano iranico è ad una quota di 1600 metri sul livello del mare, ed è per questa ragione che la zona non è in termini di flora una semplice scatola vuota come la penisola dell’Arabia Saudita.

Panorama desertico lungo la strada
Le forze dell'ordine 
Solo durante i lunghi spostamenti in bus le donne del gruppo si tolgono il velo, dovendolo rimettere tutte le volte che si incontra una pattuglia della polizia o dei posti di blocco dei militari. Al confine tra un paese e l’altro poi, c’è una sorta di ufficio dove gli autisti si fermano per consegnare i propri documenti. Sull’attenzione alle regole l’Iran è molto attento, dato che l’autista è riuscito a prendere diverse multe per eccesso di velocità… 
Curiosamente però l’immagine dei militari, solitamente temuta per la possibilità sanzionatoria, si scontra con un approccio rilassato. Cominciando in aeroporto, passando dai militari di Teheran o altrove, la sensazione è che questi giovani affrontino quella vita in un modo piuttosto indisciplinato. Colpiva ad esempio vedere alcuni militari con le ciabatte, altri intenti alla chiacchiera tra di loro, in attesa di un ordine sul daffarsi. Sostanzialmente essi si mostrano molto più rilassati di quanto l’immagine che abbiamo di loro. Poi magari i capi sono altro, ma è anche vero che l’Iran mantiene la leva obbligatoria e forse è questo impegno gravoso, quanto a volte disinteressato, a fare la differenza.

Castello di Narin
Meybod
Meybod è un’assolata città in mezzo al deserto e il castello di Narin al suo interno è un edificio antichissimo, probabilmente è di epoca Sasanide ma sembra essere ancora più antico; le informazioni a tal riguardo sono scarne. Ciò che si vede sono le mura di fango che sovrastano una città addormentata, o forse semplicemente stordita dal caldo di quel giorno. 

Panorama di Meybod con il deserto sullo sfondo

A breve distanza abbiamo avuto modo di vedere un bel caravanserraglio dove abbiamo potuto vedere un signore anziano che produceva tessuti con un telaio a mano. Al centro una fonte di acqua che probabilmente intercettava un qanat. La fonte rappresentava anche il punto di ristoro dopo il lungo viaggio delle carovane, ci si sedeva davanti l’acqua che scorre e si veniva cullati dal dolce rumore, mentre l’evaporazione produceva una frescura piacevole. Tutt’intorno vi erano delle nicchie su cui ci si poteva addormentare e ovviamente anche delle stanze interne. Il sistema dei caravanserragli in Iran era molto efficiente, un po' come le stazioni di scambio romane, questi edifici erano posti ad una certa distanza l'uno dall'altro in modo che le carovane avessero sempre un punto di appoggio e le vie di collegamento in tutto l'impero persiano fossero sempre efficienti e rapide.

Un ab anbar con quattro torri del vento

Un’altra meraviglia poco distante da un ab Anbar, ossia un serbatoio d’acqua con quattro torri del vento, era la ghiacciaia. Essa era molto simile all’ab anbar, la stessa forma circolare che per tipologia costruttiva e capacità isolante permetteva di mantenere il ghiaccio anche con temperature esterne elevate. Questo tipo di edifici sono molto presenti nel territorio e rappresentano la grande maestria tecnica degli iraniani.

La fonte di acqua (ottagonale) al centro del caravanserraglio
L'altissima torre del vento di Yazd presso il giardino Dolat Abad
Yazd
Nel primo pomeriggio ci siamo mossi alla volta di Yazd, la città che più di tutte ha mantenuto una comunità zoroastriana. Ma c’è un altro elemento che la caratterizza fortemente, le tante torri del vento. La loro presenza è evidente sin dall’arrivo in città. 


Un importante esempio è costituito dal Giardino Dolat Abad dove l’edificio centrale possiede la torre del vento più alta dell’Iran anche se il sito è considerato importante (Patrimonio Unesco) in quanto giardino persiano. Personalmente sono rimasto più colpito dalla cupola interna che da tutto il resto. La cupola è un bell’esempio di elaborazione geometrica che richiama la forma dell’ottagono, proprio come la fontana sottostante. Il giardino poi è arricchito da una lunga piscina di acqua circondata da un grazioso viale alberato. Molto curioso è stato notare che si coltivavano anche delle viti, seppure in Iran gli alcolici siano tassativamente vietati. Infine, poco prima di andare via un anziano signore che parlava con la guida ci ha preso a cuore, come spesso fanno gli iraniani, e ci ha detto di ricordarsi di una vecchia canzone italiana che riguardava l’Abissinia. Probabilmente in gioventù aveva combattuto, oppure era stato in quel paese ricordando la colonizzazione italiana, fatto stà che ci chiedeva di cantare Faccetta nera come fosse una canzone nostalgica: ma ovviamente abbiamo declinato, essendo una richiesta per noi parecchio imbarazzante…

Moschea Amir Chakhmaq
La bambina iraniana
La bimba iraniana
Una volta sistemati in albergo, ossia un’abitazione tradizionale iraniana, abbiamo avuto un po’ di tempo per fare una passeggiata lungo le vie limitrofe. Senza neanche saperlo siamo giunti presso la piazza della moschea Amir Chakhmaq qui siamo stati “distratti” dalla presenza di una bambina vestita come una “suora”, con un manto nero la ricopriva interamente. Attratti subito dal suo sguardo ci siamo messi a fotografarla compulsivamente, sperando di ottenerne uno scatto particolare. Le nostre attenzioni hanno poi attratto il fratellino che si è avvicinato a lei, come a proteggerla. Ai nostri richiami poi la bambina istintivamente ha guardato il fratello e si è avvicinata a noi, un gesto che probabilmente richiama ciò che inconsciamente le donne iraniane fanno: avere l’assenso dell’uomo, che sia il fratello o il marito. Ma a parte la timidezza iniziale, è scattato poi il vanto da iraniana, del piacere d’essere al centro dell’attenzione.

Un'iraniana in posa per una foto
Il vestire all’iraniana
L’abbigliamento degli iraniani dipende molto dall’estrazione sociale. Gli uomini vestono in maniera piuttosto informale e in genere sono privi di eleganza. Quand’anche abbiano una giacca e una camicia, la qualità e la bellezza dei tessuti è talmente scadente da sembrare di quart’ordine. Inoltre nessuno porta la cravatta perché considerata un simbolo occidentale. I tessuti eleganti invece sono quelli indossati dagli imam oppure da alcune donne. L’abbigliamento femminile è un tema interessante… 

Lo charme di una ragazza iraniana
L'abbigliamento decisamente attillato di due ragazze
Alcune donne vestono in maniera rigorosa, tale da sembrare, come per la bambina, delle suore. Ovviamente ciò è tipico delle donne anziane, perché quelle più giovani sono particolarmente disinvolte. Pur vestendo in maniera sobria le donne sanno essere molto attraenti ed eleganti ed hanno poi la caratteristica di portare lo hijab abbastanza scoperto tanto da mostrare chiaramente l’acconciatura. Lo hijab è portato in genere con colori chiari e tessuti pregiati. A volte le donne portano persino i tacchi e alcune mettono come estrema eleganza anche i guanti bianchi. Pertanto nel confronto, in termini di eleganza, le donne battono chiunque, anche le Occidentali. 
Molto curioso è stato il fatto di vedere due ragazze in tenuta ginnica attillata; a parte la loro bellezza, colpiva la disinvoltura del loro abbigliamento tutt’altro che sobrio per gli standard del paese: ciò significa che la polizia morale negli ultimi anni attua una certa tolleranza…

Un signore con la coppola

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