30 aprile 2013
Il risultato delle elezioni ha spiazzato un po’ tutti, diciamolo chiaramente. Da Monti che probabilmente sperava di creare un centro alternativo a Berlusconi sino al PD che ha sottovalutato i propri consensi, passando dal recupero proprio di Berlusconi e all’exploit del M5S. Cosi’ dopo l’immediato smarrimento post-voto il PD ha provato ad attrarre verso di sé il MoVimento di Grillo, magari con la speranza di istituzionalizzarlo danneggiandone la presunta portata rivoluzionaria. Ma l’operazione come sappiamo non e’ riuscita cosi’ si e’ dovuti passare al piano B: escludere l’unica forma di opposizione (non gestibile) e uscendo allo scoperto.
L’operazione governissimo mira alto, e’ una manovra di riassestamento del Potere trasversale della politica che a sua volta e’ palesemente guidata da altri poteri forti. Bruciata la leadership Bersani il PD punta tutto su Letta in modo da garantire la presenza al governo di un fido uomo delle lobbies. Basta poco per venire a sapere (non certo dai pudici TG) che Letta e’ un membro Bilderberg assieme a Gianni Letta di cui e’ nipote. Ma non solo, Letta e’ anche membro della Commissione Trilaterale di cui faceva parte Monti e partecipa alle riunioni dell’Aspen Institute. Tutto questo per dire che Enrico Letta e’ il continuatore di una politica di stampo neoliberista molto legata ai poteri forti di Wall Street. Aver piazzato questo nome al governo e aver riconfermato Napolitano e’ un modo per preservare gli equilibri e i legami del Potere sulle istituzioni.
Una figura come Rodotà al Quirinale, per non parlare dell’intero MoVimento di Grillo spariglia tutti i conti e renderebbe la politica socio-economica del nostro paese poco lineare rispetto alla filosofia finora perseguita. Questi personaggi probabilmente avrebbero reso piu’ difficile l’attuazione delle politiche neoliberiste, qualcuno avrebbe posto nuovamente la questione sull’articolo 18, eliminato senza resistenze alcuni mesi fa, o riaperto questioni spinose come l’acqua pubblica e quant’altro. Insomma la questione principale e’ quella di non regredire su temi cari al pensiero unico che sempre piu’ prende piede come una religione di Stato.
In fondo gli eventi di questi mesi hanno indubbiamente fatto comprendere al Potere italiano e internazionale l’esigenza di un cambiamento di strategia necessario per evitare l’acuirsi di rivolte e proteste. D’altronde un voto così influente e radicale come quello del M5S e’ un segnale importante per il nostro paese e per l’Europa intera, un segnale che nei prossimi mesi si tramuterà in un ammorbidimento delle politiche oltranziste finora applicate dal governo Monti. Cosi’ questo nuovo governo proverà a sgonfiare la protesta concedendo ciò che il popolo vuole: tagli alla casta, riforme istituzionali e quant’altro possa rivalutare la politica italiana pur di far sopravvivere lo status quo. Nel frattempo questa eco e’ giunta anche agli uffici di Bruxelles, Francoforte e Strasburgo costringendo la troika, ma soprattutto la Germania a modificare il suo approccio economico con gli altri Stati, dato che e’ ormai consolidato il fronte trasversale di una modifica dei patti in corso d’opera.
Ovviamente questa retromarcia non fa piacere ai gruppi di potere, ma l’errore finora commesso li costringe a correggere il tiro se non vogliono ritrovarsi con problemi maggiori. Perché un conto e’ soffocare la Grecia, un altro e’ ritrovare il problema in Italia e Spagna rischiando nel contempo di contagiare i parlamenti con una serie di voti di protesta alla grillina.
Le concessioni annunciate e quelle in atto: vi sareste mai immaginati che Equitalia potesse cambiare le sue politiche di riscossione come annunciato alcune settimane fa? O che le parole rigore e spread siano state accantonate? Conferma un elemento essenziale, che il sistema socio-economico in cui viviamo, nel perseguire delle politiche distanti dal reale volere della gente (gli esempi sarebbero tantissimi da elencare) e’ costretto a confrontarsi con la vox populi. Anche se si sfruttano i momenti di crisi per far ingoiare bocconi amari c’e’ sempre un elemento inevitabile dettato dal sentire comune. Il Potere può indurci a modificare le nostre vite attraverso leggi e restrizioni, ma in fondo per sopravvivere e’ sempre costretto a confrontarsi con i cittadini. Ed e’ proprio su questa leva che si gioca la strategia per il mantenimento del potere stesso. E' proprio questa la chiave per capire ciò che avverrà nei prossimi mesi.
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