giovedì 27 ottobre 2011

I cinesi


L’antica astronomia cinese è famosa soprattutto per le assidue osservazioni astronomiche condotte sin dal 2000 a.C: esiste ad esempio la registrazione di una eclissi di sole risalente al 1217 a.C! I cinesi osservarono e documentarono fenomeni come: passaggi di comete, macchie solari e persino l’esplosione della “supernova del Granchio” del 1054; questo fenomeno divenne particolarmente evidente per 23 giorni, quando apparve una stella luminosissima visibile anche di giorno. Nel trattato astronomico cinese Sung-shib, cioè “Storia della dinastia Sung” si legge infatti: «Una stella ospite è apparsa a sud-est di Tien-kuan [la stella zeta Tauri nella costellazione del Toro]. Dopo più di un anno è scomparsa a poco a poco.» Rispetto ai popoli europei i cinesi documentarono tutti gli eventi astronomici osservabili mantenendo un certo rigore descrittivo, per questa ragione grazie agli antichi testi è possibile oggi avere un buon riscontro in merito ad eventi poco documentati presso altre culture.


Crearono un calendario lunisolare di 360 giorni cui venivano aggiunti 5 giorni epagomeni*. Il primo giorno dell’anno cinese veniva identificato col solstizio d’inverno, quando le ombre proiettate dagli gnomoni al mezzogiorno raggiungevano la massima lunghezza.
Nella cosmologia cinese l’Universo aveva la forma di un carro, con la Terra come sfondo e il cielo come baldacchino. La Terra a sua volta era circondata da quattro mari che la separavano da una terra abitata dalle divinità. La volta celeste era sostenuta da otto pilastri altissimi che affondavano le loro basi ai confini del mondo. Secondo la tradizione a causa di un’antica catastrofe uno dei pilastri s’era rotto inclinando il cielo verso il pilastro più basso, in questo modo le stelle non essendo più in posizione di equilibrio cominciarono a ruotare.


*Giorni epagomeni: giorni di calendario che si aggiungono in determinati anni.

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