mercoledì 29 luglio 2015

Quel dibattito sempre troppo parziale sulle stragi in America


16 dicembre 2012

Nell'inevitabile dibattito in merito al proliferare di stragi nell'America di Obama è interessante il contributo de Linkiesta con l'articolo Newtown, cosa accade se il colpevole è il cervello?
L'articolo in questione rappresenta il prototipo di come il problema (e i problemi in generale) vengono affrontati in maniera parziale... La soluzione che suggerisce l'intervistato è la limitazione all'uso delle armi nonché un progresso sull'interpretazione che la scienza dà al meccanismo dei comportamenti antisociali. Ma ciò che l'articolo non valuta è di guardare al problema sotto una prospettiva più ampia.

mercoledì 22 luglio 2015

Thomas Mann


“[…]Qui c'è anzitutto molta Asia nell'atmosfera… non per nulla si devono brulicare i tipi della Mongolia moscovita! Questa gente” e Settembrini accennò col mento dietro a sé, “non si regoli spiritualmente su di loro, non si lasci contagiare dai loro concetti, ponga invece la sua natura, la sua superiore natura contro la loro, e consideri sacro tutto quanto a lei, figlio dell'Occidente, del divino Occidente, figlio della civiltà, è sacro per natura e tradizione, per esempio il tempo! Codesta liberalità, codesta barbara larghezza del consumo del tempo è stile asiatico… e forse per questo I figli dell'oriente si trovano così bene quassù. Non ha mai notato che quando russo dice: “quattro ore” non dice più di quando uno di noi dice “una”? Non è difficile immaginare che la noncuranza di costoro in riferimento al tempo dipenda dalla selvaggia vastità del loro paese. Dove c'è molto spazio c'è molto tempo… infatti si dice che sono il popolo che ha tempo può aspettare. Noi no, noi europei non possiamo. Abbiamo poco tempo, come il nostro nobile continente, articolato con tanto garbo, la poco spazio, noi dobbiamo ricorrere alla precisa amministrazione dell'uno e dell'altro, allo sfruttamento, caro ingegnere! Prenda per simbolo le nostre grandi città, centri e fuochi della civiltà, crogioli del pensiero! Come il terreno vi rincara, È lo spreco di spazio diventa impossibile, nella stessa misura, noti, anche il tempo diviene sempre più prezioso. Carpe diem! Lo disse uno che viveva in una metropoli. Il tempo è un dono di Dio, dato all'uomo affinché usi… ne usi, ingegnere, al servizio dell'umano progresso!”

mercoledì 15 luglio 2015

Arrangiamento in grigio e nero, ritratto della madre dell’artista – James Mac Neil Whistler


24/3/2001
E’ passato il tempo dei sogni, illusi dietro battiti di tempo andato; oltre le mura d’una casa sempre uguale e d’un’epoca che fu giovinezza. La vecchia attende, il fazzoletto in mano, il lutto nel cuore…

venerdì 10 luglio 2015

Perché certi italiani preferiscono le straniere? Alcune considerazioni


17 marzo 2012

Settimane fa mi è capitato sotto gli occhi un post presso uno dei blog de «Il Corriere.it» in cui si discuteva del crescente fenomeno, da parte degli uomini italiani, che intrecciano un rapporto con una donna straniera. Per quanto l'argomento sembri degno delle pagine del gossip nostrano, in realtà esso può anche essere valutato in chiave strettamente sociale.
La crescente mobilità delle persone e l'abbattimento delle distanze attraverso la diffusione dei viaggi aerei favorisce questo fenomeno. La domanda legittima del blogger era, perché alcuni italiani preferiscono le straniere? Cui seguivano tentativi di risposta interessanti ma non del tutto esaustivi...

martedì 7 luglio 2015

La maledizione del PIL ovvero l'assurdo principio con cui valutiamo le nostre economie

22 febbraio 2012

Il famoso indice del PIL o Prodotto Interno Lordo è il valore più monitorato e discusso degli ultimi anni. La crisi economica, infatti, avendo rallentato le nostre economie ha inciso proprio sul valore di questo dato. Tuttavia questo indicatore mostra troppe lacune e determina un valore troppo grossolano con cui si misura l’economia dei paesi. Tanto è vero che esclude moltissimi aspetti della vita quotidiana, soprattutto quelli positivi. Se ne era accorto Robert Kennedy sin dal 1968 quando in un celebre discorso affermava: