lunedì 29 giugno 2015

Paolo di Tarso: l'eretico che inventò il cristianesimo


Non ho mai avuto molto tempo per approfondire tutte le questioni legate alle origini del cristianesimo, né ho mai seguito tutte le ragioni che spingono certuni ad una critica aspra riguardo alle basi teologiche. Quando ho avuto la possibilità di vedere questo video, anzi questo webinar, ossia una lezione online di Sabato Scala sulla figura di Paolo di Tarso, cioè San Paolo, il fondatore della Chiesa, ho iniziato a pormi delle domande.

In questo video, anche se molto casareccio nella sua impostazione (lo vedrete), ci sono molti contenuti assolutamente interessanti. In pratica la figura di San Paolo viene messa in discussione e seguendo le antiche fonti si riscontrano una serie di incongruenze, come il forte legame politico con i romani e il sospetto che la linea "eretica" che portò avanti venne sostenuta dal Potere stesso per ragioni politiche. Quindi una religione "costruita" facendo prevalere delle tesi diverse rispetto a quelle più ebraiche sostenute allora dai primi cristiani.

Un video da vedere, se non altro per trovare degli spunti di personale approfondimento.  

venerdì 26 giugno 2015

L'impopolarità del dissentire


Appare evidente come l'epoca attuale abbia reso il dissenso qualcosa di inopportuno. In ciò si esplicita la crescente omologazione degli individui che appiana fievoli sacche di dissidenza che confinate a mera lamentela. Anche le poche battaglie politiche delle parti sociali e delle opposizioni, condotte contro gli atti del governo, finiscono con lo svuotarsi in ragione di una necessità di cambiamento dello status quo.

Si prenda Facebook, il vero contenitore (in tutti i sensi del termine) della rabbia e della frustrazione. Qualsiasi dissenso si ferma lì, in parole a volte fuori tono che poi non trovano un reale sviluppo nei fatti: quante volte si dice che le proteste in occidente ormai si fanno nei social e non nelle piazze? Emblematico è in tutto questo il fatto che su Facebook esistano i tasti di condivisione, si possa commentare e al massimo si può mettere un "mi piace", ma non esiste il tasto "non mi piace"; come se in quest'epoca ciò che non piace debba necessariamente corrispondere al silenzio, all'afasia, al disinteresse. Non si può dissentire, perché al massimo ci si può astenere. Questo è dunque il carattere del cosiddetto "politicamente corretto" che annichilisce, purtroppo, ogni ipotesi di contrarietà.

lunedì 15 giugno 2015

La maschera


Uno degli aspetti più tristi della nostra epoca è la progressiva perdita della spontaneità. Il timore degli altri, la sfiducia, le convenzioni sociali, nonché le molteplici ansie interiori che determinano una sovrastruttura caratteriale che ci induce a “fingere” d’essere forti, belli e vincenti. In realtà dietro questa maschera si nascondono tutte le paure e le ansie inconfessabili, perché inopportune. Così ciò che vorremmo esprimere veramente di noi stessi ci è precluso, salvo negli ambiti strettamente famigliari. Ma questa sovrastruttura falsifica tutto, i rapporti e dunque le percezioni. Sicché solo considerando il fatto che dall’altra parte c’è un dramma nascosto, si può guardare con occhi diversi anche certi gesti apparentemente incomprensibili o incoerenti.
La base del “salto” interiore e dell’avanzamento del proprio percorso di ricerca consiste nella raggiunta consapevolezza del dramma altrui. Rispecchiandosi negli altri tutte le azioni potranno essere viste con maggiore compassione, limitando nel contempo conflitti e inutili incomprensioni. Ognuno di noi infatti mette inconsciamente una maschera che va semplicemente svelata.